La tubercolosi è una grave malattia della quale non si sente quasi più parlare ma questo in verità non significa affatto che non esista più. Si tratta di una patologia provocata da un microrganismo, il Mycobacterium tubercolaris anche chiamato bacillo di Koch, dal nome del suo scopritore. Questo microbo attacca il tessuto polmonare creando delle caverne in tale tessuto che poi si riempiono di un liquido e esitano in formazioni solide che tolgono superficie respiratoria ai polmoni stessi e contemporaneamente, come reazione, forte tosse e febbre.
E’ una malattia che fino ad alcuni decenni fa era difficilmente curabile e provocava la morte nella maggior parte dei casi. Oggi la possibilità di cura con le nuove generazioni di antibiotici rende questa malattia molto meno pericolosa e forse per questo se ne parla di meno ma i casi sono sempre tanti. Dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che l’incidenza media di tubercolosi è di 10 casi ogni 100 mila abitanti ma con differenze indicative di condizioni igienico sociali: tra la popolazione italiana i casi sono pari a 3.8 malati ogni 100 mila abitanti, che cresce a oltre 50 casi ogni 100 mila abitanti tra gli immigrati.
Non c’entra nulla la discriminazione o il razzismo, sono dati statistici puri. Al reparto malattie di Tor Vergata, a Roma, il Primario sostiene che non passa giorno senza un paziente ricoverato in reparto con la tubercolosi. La via di trasmissione è per via inalatoria; con la tosse vengono espulse milioni di micro goccioline che arrivano anche a qualche metro di distanza, chiamate goccioline di Pluger, che contengono significative quantità di bacilli tubercolari. Inconsapevolmente una persona vicina può inalarle e. Se la carica batterica è sufficientemente alta, può sviluppare la malattia.
I test attuali per evidenziare la positività per il batterio della tubercolosi, non riescono attualmente a dare una precisa indicazione rispetto allo stato della malattia, poiché non discriminano se semplicemente l’organismo è venuto a contatto con il bacillo e ha sviluppato gli anticorpi rilevati dal test oppure se l’infezione è in atto. Soltanto esami più approfonditi possono porre la diagnosi precisa.