È una piccola rivoluzione, a suo modo, quella che è stata portata dalla UEFA Nations League, oppure una ventata d’aria fresca, fate voi, in ogni caso siamo oltre gli schemi classici dei tornei calcistici e, a ben vedere, questa formula potrebbe essere tra quelle più valide e guadagnarsi una certa longevità.
Il torneo è solo alla sua prima edizione, sull’agonismo si può ancora discutere ma finora nessuno ha sentito la nostalgia dei match in cui il top team di turno prende a pallonate un malcapitato Liechtenstein, Lussemburgo, Andorra, chi più ne ha più ne metta. Ecco, con una certa sicurezza possiamo dire che i primi ad aver giovato della nuova Uefa Nations League sono le ultime 16 nazionali del ranking Uefa. Sono Georgia, Lettonia, Kazakistan, Andorra, Bielorussia, Lussemburgo, Moldavia, San Marino, Azerbaijan, Faerøerne, Malta, Kosovo, Macedonia, Armenia, Liechenstein e Gibilterra.
Sono piccole, sono le meno vincenti ma finalmente non devono più difendersi. Possono misurarsi tra loro stabilendo una sorta di graduatoria privata, molto più veritiera del freddo ranking considerato che qui ci si misura sul campo. Le più forti passano di livello, le più deboli devono riorganizzarsi o semplicemente divertirsi, sta a loro. Di certo con questa nuova formula per loro ci sarà qualche soddisfazione in più, magari più autostima farà meglio di svariate batoste, e per una tra loro si aprirà una porta che raramente ricapiterà nella vita: quella del campionato europeo.
Ecco, la Uefa Nations League non è un torneo fine a se stesso, non offre solo una buona possibilità di test match per le squadre migliori, insomma, con gli occhi sul campo e la testa già alle partite che contano. La federazione ha pensato di aggiungere un po’ di pepe offrendo 4 slot per Euro 2020 a 4 squadre meritevoli della Nations League. In pratica il torneo è composto da 4 leghe e ogni lega ha 4 gironi, le vincenti di ogni girone si sfideranno in un play off per qualificarsi agli europei più europei della storia (saranno itineranti e si giocheranno su 12 campi di 12 nazioni diverse).
Ma se la squadra arrivata prima nel suo girone è già qualificata all’europeo? Molto probabile che ciò accada, in tal caso si qualifica la prima squadra della lega non qualificata e più in alto nel ranking. Questa è una regola abbastanza contestabile poiché potrebbe favorire squadre che non hanno meritato sul campo ma solo nel calcolo del coefficiente Uefa, tutto sommato un’ingiustizia. Se per le leghe C e D ci sarà una bagarre non da poco tra piccole squadre Cenerentola che vogliono il ballo ad ogni costo, in A e B potrebbero crearsi delle situazioni profittevoli per qualche nobile caduta in disgrazia (o quasi). Nella prossima edizione 4 squadre di A saranno state retrocesse in favore delle 4 migliori dalla lega B, a quel punto queste squadre (una potrebbe essere proprio l’Italia) si troveranno a giocare con avversari di norma inferiori e avere una via facile per la qualificazione agli europei. Le male lingue hanno già parlato della possibilità di “retrocessioni volontarie”, ma forse non è il caso di sbilanciarsi fino a questo punto.
Le forti, se lo sono davvero, troveranno profittevole ben altro: la possibilità di giocare contro altre forti. Nella lega A ci sono Olanda, Francia, Germania, Islanda, Svizzera, Belgio, Polonia, Italia, Portogallo, Croazia, Inghilterra e Spagna. Gli incroci tra queste grandi saranno sicuramente un momento di crescita ulteriore per le nazionali schierate, facendo crollare la necessità di organizzare amichevoli continentali ma magari incentivando dei super match contro le potenze del Sud America.
Poco da guadagnare, invece, sul fronte economico: il montepremi messo a disposizione dalla Uefa è di 76,5 milioni di euro, chi vincerà il torneo metterà in cassa un premio complessivo da 7,5 milioni di euro, troppo poco (la Uefa investe sulla Champions League 2 miliardi di euro ogni anno). Spiace dirlo nell’ottica dello sport ma ci sono calciatori in campo che guadagnano più del doppio di quello porterà a casa chi alzerà la coppa. In pratica, tutti vogliono vincere il trofeo, ma non aspettiamoci che i campioni si votino all’estremo sacrificio.
La Nations League conviene anche alle televisioni perché offre uno spettacolo più divertente della semplice amichevole, ma c’è bisogno di conferme su questo punto. Chi gioca sicuro, è il caso di dirlo, saranno i bookmaker che avranno da quotare partite più equilibrate che attireranno un flusso di gioco maggiore, i palinsesti dei principali operatori di gioco hanno già accolto (a braccia perte) i match della Uefa Nations League.
E quindi nessuno ha da perderci in questa storia? Per com’è stata pensata la competizione tutto il rischio è sulle spalle degli organizzatori. La Uefa ha la possibilità di fare storia con una formula nuova e stimolante da esportare nel mondo passando per la Fifa, esportare sempre più il calcio nelle zone d’Europa e guadagnare con i diritti delle partite occupando quello spazio bianco tra un mondiale e un europeo. Per contro va fatto uno sforzo maggiore in termini d’investimenti poiché ormai il calcio ha bisogno sempre della sua “patinatura” per essere venduto, necessita delle sue stelle e del pubblico che le acclama. In sintesi ha bisogno di più soldi, magari coltivando l’ipotesi di campionato delle leghe calcistiche sul modello NBA, quello sì che in quanto ad audience non potrebbe avere rivali.